Supercoppa. Questa è la password per capire i segreti della vicenda Keita-Lazio e decriptare (qualora ce ne fosse bisogno) la battaglia tra Lotito, Tare, il procuratore dell’attaccante e… la Juventus.
Supercoppa 2013, primo capitolo. Lotito e Agnelli si scontrano sugli incassi di quella finale, dovrà intervenire prima l’Alta Corte di Giustizia Sportiva poi l’Assemblea di Serie A per tentare un riappacificamento sulle quote da spartire tra i due club. Fatto sta che da quel momento, il presidente della Lazio diventa un nemico a Vinovo. In campo politico e anche in campo sportivo. Una lunga battaglia che terrà a 2 lo score dei gol fatti in campo dal 2013 fino al palo (di Keita!) nella finale di Coppa Italia appena vinta da Allegri. Una battaglia che terrà a 0 (zero) le strategie politiche in campo istituzionale. Il nemico Lotito è un avversario da battere, sempre. In campo e fuori. Questo l’ordine della Vecchia Signora.
Dalla Gazzetta dello Sport – Continuano le polemiche con la Juventus sulla questione Supercoppa- “La S.S.Lazio S.p.A. – si legge in un comunicato sul sito ufficiale – respinge le affermazioni della Juventus, destituite di ogni fondamento, circa la verità delle dichiarazioni del Presidente Lotito. Che la finale della Supercoppa dovesse essere disputata a Pechino lo si sa da mesi, per avere la LNPA sottoscritto un contratto approvato dai club che ne fanno parte; la data è stata confermata in sede di Consiglio di Lega, come dimostrano i verbali. La Lazio si è dichiarata disponibile e trovare altre soluzioni purché concordate, nel rispetto degli impegni assunti ed alla importanza dell’evento, ma la Juventus pretende di imporre le sue decisioni e questo non è accettabile, soprattutto laddove procurano gravi conseguenze economiche. L’incontro è organizzato dalla Lega, associazione di 20 club, e le decisioni vengono prese a maggioranza dei club e non da chi pretende, a torto, di imporle agli altri”.
E’ di qualche anno fa la mega riunione voluta da Agnelli a Vinovo prima di un Juventus-Lazio. Roba da vigilia Champions League, da Mondiale per Club. Il presidente convoca tutti i tesserati, mogli comprese. C’è un annuncio, un discorso da fare: «Bisogna battere la Lazio!». Non c’è in palio nessun trofeo, c’è in palio una battaglia personale. La Juve tutta recepisce il messaggio del patron e da quel momento per Lotito non c’è speranza.
Da Repubblica – Non si è fatta attendere la replica della Juventus, in una nota pubblicata sul sito della società: “Fin dalla conquista della Coppa Italia in data 26 maggio, il Consigliere Federale e Presidente della S. S. Lazio, Claudio Lotito si è abbandonato ad affermazioni che sono progressivamente diventate offensive, inaccettabili e spesso contrarie al vero. Egli ignora evidentemente che la conquista di tale trofeo fa sorgere in capo alla S. S. Lazio il diritto a disputare la Supercoppa, ma non il diritto ad incassare una somma garantita. Juventus Football Club ha sempre rispettato i regolamenti e le decisioni della Lega Calcio ed ha manifestato a quest’ultima, tramite lettera agli atti, datata 8 marzo 2013, la propria indisponibilità a disputare la gara di Supercoppa all’estero. Nelle successive Assemblee il tema della Supercoppa è spesso stato all’ordine del giorno ma non è mai stato discusso né tantomeno è stata assunta alcuna delibera al riguardo. Per mesi gli organi della Lega Calcio hanno ignorato la sopra citata posizione della Juventus e da qualche giorno stanno tollerando comportamenti e parole inaccettabili per la vita associativa, oltre che lesivi per la Società”.
Ecco perché Keita andrà alla Juventus. Perché lo prenderà gratis nel 2018 e perché toglierà una maxi plus valenza proprio al suo nemico numero 1. Lotito sperava di fare un po’ di soldi sul cartellino del giocatore ma l’impresa era troppo complicata. Keita poteva essere il crack del mercato, sarà un altro caso Pandev. Lo sapeva, dal momento in cui Pioli lasciò in panchina il ragazzo a Pechino durante Lazio- Juventus. Di Supercoppa, ovvio.