La Lazio riesce a centrare le terza vittoria consecutiva
Due volte Immobile, la Lazio non si ferma (la nuova classifica marcatori). Nessuna traccia della temuta sbornia post derby di Coppa Italia, ma tutta la concretezza necessaria per superare agilmente il Bologna, tenere due punti sull’Inter e recuperarne tre alla Roma, continuando così la corsa al podio. Contro un avversario spuntato e sterile, agli uomini di Inzaghi basta una prova ordinata e un gol per tempo del suo attaccante, finalizzatore perfetto di un gruppo che gioca bene e merita quello che il campo gli dà. Dopo sei partite senza vittorie Donadoni ha provato invano a cambiare il modo di stare in campo, ma la prima difesa a tre della sua carriera bolognese ha tenuto meno di dieci minuti. Al 9′ Lulic raccoglie infatti una palla sulla sinistra, rientra sul destro e crossa preciso per Immobile che a centro area si trova esattamente in mezzo a Helander e Maietta e può addirittura abbassarsi per spingere la palla in rete con la fronte. Per l’attaccante è il quindicesimo gol in stagione, per la Lazio il tredicesimo segnato di testa, a rinforzare il primato dei biancocelesti nella graduatoria delle reti aeree.
Se il Bologna voleva coprirsi schierando tre centrali e due esterni che di fatto sono terzini, Masina e Krafth, l’effetto è stato invece quello di esporsi al fraseggio stretto, alla vena di Anderson e Milinkovic e alla rapidità di inserimento dei laziali, che un minuto dopo il vantaggio ancora con Immobile si presentano a tu per tu con Mirante, ma questa volta il centravanti, a segno anche all’andata, alza troppo il piatto. Al 20′ è Anderson, lanciato proprio da Milinkovic, ad allungarsi il pallone favorendo l’uscita del portiere. Al 24′ Milinkovic tira lui da buona posizione, Mirante ribatte di piede. Il Bologna gioca male ma riesce a replicare con un paio punizioni di Viviani: una sopra la barriera, troppo larga, l’altra sotto, ma troppo debole per ingannare Strakosha. Al 42′, poi, Biglia, sorpreso da una spallata di Viviani, regala un’occasione a Petkovic. Il croato, arrivato a gennaio dal Trapani, dimostra di non avere la freddezza della categoria attuale e tutto solo spara a lato. Petkovic stenta vistosamente, tuttavia non è lui ad essere scelto da Donadoni per dare mezzora di possibilità a Destro, al rientro dopo tre partite, ma Verdi, un pò più mobile ma poco concreto.
L’ingresso del numero 10 non riesce a scuotere la squadra di casa ed è sempre la Lazio a premere con un Immobile che nelle sue sgroppate si avvicina sempre più al bersaglio. Mirante, che a metà tempo lo aveva bloccato con una bella parata, non può nulla al 29′ quando la punta innescata da Milinkovic lo infila, per la doppietta. E così, nella serata in cui il Dall’Ara voleva celebrare Lucio Dalla a cinque anni dalla morte, la curva finisce cantando ai suoi giocatori di andare a lavorare e fischiando non certo sulle note del cantautore. Unica stonatura per i biancocelesti, le scintille, per motivi da chiarire, tra Milinkovic e Keita – entrato nel finale inspiegabilmente nervoso e ammonito per un duro faccia a faccia con Dzemaili – con Inzaghi che è dovuto intervenire a riportare la pace tra i suoi.